ArteControl Consulting - Tutela e conservazione dei Beni Culturali e Civili - Lotta integrata antitarlo

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Contenimento Programmato

Lotta ai tarli per la tutela delle carpenterie - contenimento programmato consapevole

Il Contenimento Programmato delle infestazioni in corso da tarli è una alternativa alla disinfestazione radicale delle travi e si attua, anziché con le tecnologie, con una metodologia protratta nel tempo, ponderata accuratamente caso per caso, che mette in atto periodiche applicazioni di bio-deterrente antitarlo ad impregnazione.
Quando e se sia opportuno e conveniente scegliere, nella lotta antitarlo, il Contenimento Programmato, alternativo alla disinfestazione radicale delle travi, dipende da un’attenta valutazione e conoscenza di tutti i fattori in gioco, che permetta di scegliere con cognizione di causa i diversi modi con cui gestirli.

Capire la funzionalità del bio-deterrente antitarlo

È bene chiarire, per sfatare alcune false convinzioni, quali sono ed in quale modo si esplicano le differenti funzionalità del bio-deterrente antitarlo:

• Non abbatte le uova.
• Non è un presidio primario per la disinfestazione, ma un prezioso ausilio delle disinfestazioni tecnologiche radicali, da considerarsi come complemento nella lotta integrata ai tarli.
• Applicato sulle superfici delle travi, penetra per pochi mm nelle fibre del legno e le sue possibilità di raggiungere le larve dei tarli che scavano le gallerie sono probabilistiche, non certe.

La sua funzione elettiva, realmente efficace per l’abbattimento dei tarli, si svolge esclusivamente in superficie:
   - abbatte gli adulti quando sfarfallano, perché, forando la superficie, questi ingeriscono l’ultimo strato del legno imbibito;
     con ciò, si contrasta il loro ciclo di riproduzione;
   - abbatte le larve neanidi dalla schiusa delle uova, quando cominciano a scavare il legno verso l’interno;
     con ciò, si proteggono le travi dalle re-infestazioni.

L’iniezione nei fori di sfarfallamento di bio-deterrente antitarlo con la siringa è inutile:
   -  i fori di sfarfallamento sono di uscita, non di ingresso del tarlo; nelle gallerie i tarli non ci sono più.
   -  l’antitarlo iniettato nelle gallerie ostruite dalla rosura viene da questa inutilmente assorbito,
      senza la certezza che si compia l’imbibizione anche nelle fibre del legno.

La larva che, durante lo scavo, interseca una galleria inattiva, ma ancora ostruita dalla rosura, superata la parete si arresta e cambia direzione, perché non si nutre di rosura, composta da legno già digerito e misto ad escrementi.
L’iniezione forzata a pressione, per cercare di intercettare le larve in profondità è probabilistica, non certa:
   -  funziona solo se le larve, scavando, intersecano i canali in cui è stato forzato il bio-deterrente antitarlo;
   -  la moltiplicazione per tutta la lunghezza della trave di fori per l’immissione forzata di bio-deterrente è invasiva e, per aumentare le probabilità di intercettazione delle larve, aggiunge danno strutturale al degrado causato dai tarli;
   -  l’immissione in profondità di più punti concentrati nelle porzioni delle travi che traversano i muri perimetrali per aggettarsi all’esterno nei sottotetti è, invece, utile e raccomandabile per creare barriere di intercettazione nei confronti delle larve che provengono dall’esterno.



La pratica di avvolgere le travi con fogli di polietilene, dopo l’applicazione in superficie di bio-deterrente antitarlo,
   per creare una sorta di pseudo camera a gas, è inutile:  
   -  si basa su un errore concettuale, retaggio di una vecchia pratica ormai superata, che utilizzava antitarlo aromatici,
      per loro natura esalanti e cancerogeni per l’uomo;
   - i  tarli non muoiono per asfissia, ma soltanto per ingestione del legno imbibito dai principi attivi;
   -  oggi si impone l’osservanza di precise regole di sicurezza: i bio-deterrenti devono essere:
       atossici e ìinodori, non esalanti essenzew aromatiche.

La piena capacità di abbattimento dell’antitarlo dura 2 anni, dopodiché i principi attivi si ossidano ed il presidio
medico-chirurgico si degrada, divenendo rapidamente inefficace, richiedendo, per la protezione sine die dei manufatti, la  periodica ri-applicazione nella ordinaria manutenzione.

Capire la biologia di base dei tarli

La femmina del tarlo depone ed àncora le uova, invisibili ad occhio nudo, nelle  asperità presenti sulle superfici del legno. Alla schiusa delle uova, le larve neanidi scavano, sotto la superficie del legno, sino alla fine del loro ciclo biologico.
Al termine del ciclo, le larve si trasformano in pupe, poi in coleotteri adulti. Gli adulti forano l’ultimo strato della superficie lignea e sfarfallano, espellendo un certo quantitativo di rosura. Dopo lo sfarfallamento, gli adulti vivono pochi giorni, giusto il tempo per riprodursi e compiere una nuova ovo-deposizione

Il rumore percettibile all’orecchio prodotto dall’attività dei tarli

Delle tre principali famiglie dei tarli, durante l’opera di scavo:
- gli Anobidi (i tarli dei mobili) non sono percepibili all’udito;
- i Lictidi non sono percepibili all’udito;
- i Cerambicidi (capricorni delle travi), sono molto rumorosi.

Il maschio di Xestobium Rufovillosum, specie della famiglia anobidae, emette, da adulto in procinto di sfarfallare, un caratteristico rumore prodotto battendo ritmicamente contro le pareti della galleria il pronoto che copre il capo, come richiamo sessuale per la femmina, invitandola all’accoppiamento ed alla riproduzione: da qui, il soprannome di Orologio della morte.
Quante uova depongono le femmine dei tarli?
- Anobidi: circa 40.
- Lictidi: circa 60.
- Cerambicidi: da 100 a 200, a seconda della specie.
Così si perpetua la specie e l’infestazione cresce nel tempo, di ciclo in ciclo, in modo esponenziale.

La durata del ciclo biologico dei tarli

Varia, a seconda della famiglia, all’incirca, in ordine crescente:
- Lictidi: da 8 a 18 mesi.
- Anobidi: da 2 a 3 anni; sino a 4 per la specie Xestobium rufovillosum, che attacca legno molto umido.
- Cerambicidi: da un minimo di 7 anni ad un massimo di 17, a seconda della specie,
  delle condizioni microclimatiche, dell’altitudine.
- La piena attività dei tarli avviene, con gli sfarfallamenti, nella stagione calda da aprile a settembre;
  raramente può anticiparsi a Marzo e protrarsi in Ottobre, a seconda dell’andamento stagionale del clima.

Ciclo biologico e protezione assicurata nel tempo dall’antitarlo

La protezione delle travi assicurata dal bio-deterrente antitarlo può considerarsi effettiva al 100%, ma solo per il periodo in cui può assicurare la sua piena capacità abbattente: 2 anni, non oltre. La durata del ciclo biologico prima dello sfarfallamento supera i 2 anni nella maggior parte delle famiglie dei tarli.
Quindi, per assicurare l’esaurimento delle infestazioni in atto, e, contestualmente, impedire nuove re-infestazioni crociate, è necessario ripetere l’applicazione ogni 2 anni, per un periodo di tempo che superi il periodo massimo del ciclo biologico della specie in questione.

La cognizione di causa nella scelta del Contenimento Programmato

Il committente ha il diritto di essere compiutamente informato dal proprio operatore su tutti gli aspetti inerenti la tutela dei beni lignei dall’attacco dei tarli.
Per definirsi specialista antitarlo, l’operatore ha il dovere di essere preparato su tutti gli aspetti inerenti la tutela dei beni lignei dall’attacco dei tarli; deve, inoltre, mettere a disposizione del committente tutte le tecnologie e metodologie differenziate di tutela, per consentire, caso per caso, la scelta di quella più idonea e fruttuosa. La scelta deve essere del committente, ma, perché questa possa attuarsi con cognizione di causa, è necessario che vengano forniti dall’operatore tutti gli elementi di valutazione del caso.
Abbiamo vagliato più sopra tutti gli elementi cognitivi, che, insieme alle valutazioni economiche, consentono una scelta consapevole. I fattori da considerare, al di la delle valutazioni economiche, sono quelli inerenti il disagio protratto nel tempo e valutato nel contesto.

Rumore e fattore tempo

• Il rumore prodotto per molti anni dal capricorno sconsiglia, in ogni caso,
   la scelta del Contenimento Programmato attuato negli ambienti abitati.
   - Può essere adottato, viceversa, nei solai e negli ambienti non abitati.
• Il rumore prodotto dallo Xestobium rufovillosum è occasionale e protratto per un tempo relativamente breve.
   - Entra tuttavia in gioco il grado di infestazione che, se molto diffuso con focolai virulenti, moltiplica proporzionalmente
     la percezione del rumore prodotto da più individui in tempi differiti e ravvicinati; è da valutare nel contesto.
• Lictidi ed Anobidi non pongono il problema del rumore, ma soltanto quello degli sfarfallamenti,
  con la presenza di rosura.

Sfarfallamenti e presenza di rosura nel contesto

• L’applicazione di bio-deterrente non arresta gli sfarfallamenti, che continueranno sino all’esaurimento
   dell’infestazione in corso; li rende solo sterili, interrompendo il ciclo riproduttivo.
• Gli sfarfallamenti tendono a diminuire, dopo i primi anni del ciclo biologico, man mano che l’infestazione si esaurisce.
Sfarfallamenti e rosura possono rappresentare un disagio, in rapporto al contesto in cui si manifestano:
   - la personale sensibilità dell’utente;
   - la destinazione d’uso degli spazi: privata, in locazione, aperta al pubblico;
   - tipiche situazioni in cui è forte il disagio: alberghi, ristoranti, cucine, ambiti conservativi di Opere d’Arte.

Spetta al committente la valutazione delle variabili nel contesto e, tenuto conto anche degli aspetti economici, di decidere quale sia la soluzione per lui più consona.



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