Martedì 12 Luglio 2016
TARLI TRAVI E PSEUDO CAMERE A GAS
Tarlo parlante

La Babele dei succedanei casarecci

Imbracare con plastica le travi trattate con antitarlo

Nella tradizione artigiana, è ancora invalsa l'abitudine di avvolgere le travi in fogli di polietilene sigillati con nastro adesivo, dopo l'applicazione di antitarlo, abitudine per la quale c'è una spiegazione che fa riferimento ad una cultura ormai datata.

La vera vocazione dell'antitarlo oggi

Va premesso che le moderne tecnologie di disinfestazione radicale ed immediata, come la termo-induzione, che abbatte anche le uova, rendono obsoleto l'uso di antitarlo per disinfestare, soprattutto per il suo effetto parziale - non abbatte le uova -, e probabilistico - abbatte larve ed adulti solo se e quando ingeriscono, insieme al legno imbibito, anche l'antitarlo, purchè ancora attivo - dura non più di 2 anni. Queste caratteristiche, legate alla bassa tossicità imposta dalla recente normativa, hanno modificato la vocazione d'uso dell'antitarlo, rendendolo ormai superato per disinfestare, ma ancora valido per il mantenimento e contenimento programmato nel tempo.
L'antitarlo applicato sulle travi imbibisce il legno solo per 1-2 mm.

È davvero utile l'espediente di imbracare le travi?

Avvolgere le travi in guaine di polietilene aumenta di poco la profondità di penetrazione dell'antitarlo, effetto che può avvenire nelle imbracature, grazie al rialzo di temperatura e umidità causate dalle escursioni termiche giorno-notte.
Nella pratica, il vantaggio è insignificante, perchè, a seconda del tipo di tarlo e di condizioni ambientali, per 2-4-7-15 anni, le larve scavano in profondità nel legno, al di sotto dello strato imbibito. Se l'applicazione ha per obiettivo le larve, una penetrazione maggiore di mezzo, o anche un mm, aggiunge solo pochissimi punti alle già basse probabilità che l'antitarlo raggiunga, giammai tutte, ma solo alcune larve in prossimità della superficie. Solo quando l'insetto si trasforma in adulto sfarfallante e si nutre dell'ultimo strato di legno che lo separa dall'esterno, è certo che l'antitarlo riesca ad abbatterlo. Probabilmente..., perchè ciò avviene solo se l'antitarlo è ancora attivo - entro 2 anni e perchè il momento dello sfarfallamento è soltanto una frazione infinitesimale dell'intero ciclo biologico del tarlo.

Valutazione costi - rischi - benefici

Ci si dovrebbe chiedere: per quanto tempo è ragionevole vivere con le travi imbracate?
Teoricamente si può fare, ma il gioco non vale la candela; meglio dare una mano di bio-deterrente in più, sentire psicologicamente l'ambiente come vivibile e considerare compiuto l'intervento al momento dell'applicazione.
Anche se questa metodologia non è radicale e l'effetto non è immediato, la sua scelta impone l'accettazione che, sino ad esaurimento dell'infestazione in corso, - 2-4-7-15 anni - potranno continuare i disagi che hanno determinato la decisione di intervenire.

Perchè sopravvive questo retaggio di un'esperienza superata?

Si tratta del succedaneo casalingo dei trattamenti di disinfestazione con gas e con antitarlo liquidi tossici, di cui l'attuale normativa ha ormai vietato l'uso da anni nel civile, consentendo l'uso dei gas esclusivamente nell'agroalimentare.
La tradizione artigiana recepisce lentamente il cambiamento di tecnologie e normative che impongono un rinnovamento delle scelte, degli orientamenti e delle azioni coerenti. Si continua a deputare all'antitarlo la funzione di disinfestare il legno attaccato dai tarli, come se avesse ancora le caratteristiche di tossicità dei prodotti ormai negletti, senza rendersi conto che, con la recente normativa, la quale consente l'uso solo di presidi atossici, per ciò stesso questi diventano probabilistici e programmatici nel tempo. I prodotti di vecchia generazione - qualcuno vi ricorre ancora - sono aromatici, molto tossici, ma di basso costo, la quale caratteristica li rende a volte graditi. Le esalazioni tossiche di questi prodotti inducono a una malintesa ricerca di effetti, perseguita per scarsa cognizione sulle dinamiche di infestazione da tarli e, spesso, anche sulle caratteristiche di prodotti e materiali. I prodotti antitarlo aromatici di vecchia generazione esalano essenze aromatiche nell'ambiente. Da qui nasce l'utilizzo delle imbracature di polietilene, come se fossero estemporanee "camere a gas".
Tuttavia, l'azione è inconsistente, inefficace e priva di giustificazioni oggettive; l'aromaticità non ha nulla a che vedere con la capacità abbattente dei presidi liquidi:  questi sono tossici per l'uomo, non per i tarli. I tarli, sia nella fase larvale, sia in quella di adulto sfarfallante, con l'impiego di antitarlo vengono abbattuti solo ingerendo il legno imbibito, non per esalazione di essenze dal supporto.
Il principio attivo che causa la morte degli insetti è il piretroide contenuto nell'antitarlo.
Il piretroide, innocuo per uomini e animali, è neurotossico solo per gli insetti, perchè agisce sul loro apparato neurovegetativo, bloccandone la respirazione, sino a condurli alla morte per asfissia: per i tarli, ad essere letale non è l'avvelenamento chimico, ma l'arresto dell'apporto di ossigeno. Davvero ecocompatibile, ma non radicale, nelle disinfestazioni. Le essenze aromatiche restano tossiche, ma non per i tarli, che sono protetti dallo spessore del legno e dal rosume, il quale occlude le gallerie, dove si creano sacche con aria sufficiente a garantire la sopravvivenza degli insetti. Le esalazioni aromatiche sono tossiche per le persone, che le respirano per lungo tempo nell'ambiente.

La normativa

L'uso di presidi tossici è ormai vietato dalla legge, specialmente è vietato il gas tossico. Sotto traccia, qualcuno propone ancora il gas tossico nel civile e qualcuno, improvvidamente accetta di usarlo. Ciò che, per correttezza, dovrebbe essere detto, è che la normativa in materia è penale, non civile e che sono ritenuti egualmente responsabili sia il fornitore, sia il committente. Si comprende, con ciò, il persistere dei concetti di veleno e avvelenare, che ormai dovrebbero essere banditi e il persistere delle pseudo camere a gas.
Ci si dovrebbe chiedere: se i tarli vogliamo proprio avvelenarli, sordi alla inconsistenza del proposito, quanto e per quanto tempo le imbracature alle travi dovrebbero proteggere noi?
Questa è una materia complessa, che va trattata con competenza e affidata a professionisti di comprovata esperienza e serietà.