Martedì 31 Luglio 2018
TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E CIVILE
Tarlo parlante

LIMITARE LA NATURALE CADUCITÀ DI LEGNO E CARTA

TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E CIVILE
di Gianfranco Magri

Il capitolo è contenuto nell'e-book QUALE CURA PER I TERRITORI STORICI?
Riflessioni sulle prospettive di poter operare perché il fare umano sia integrativo e non distruttivo della bellezza del mondo. Curato dall'Istituto Mnemosyne e pubblicato da Nardini Editore, con il contributo di  altri importanti autori.


La preminenza da dare ai metodi
di caratterizzazione non distruttivi,
la necessità di ottenere dati sul comportamento
dei materiali e sulle loro modifiche superficiali a lungo termine;
l'importanza, nella valutazione dei fenomeni di deterioramento,
di fattori ambientali poco studiati (ad esempio le polveri)
o di non agevole rilevazione
(movimenti dell'umidità, fenomeni di evaporazione
e diffusione lenta nei solidi organici e nei metalli),
sono talune tra le principali condizioni
non soddisfacibili che parzialmente
coi mezzi e le conoscenze attuali,
e che tuttavia costituiscono
altrettanti presupposti necessari per avviare
una scienza della conservazione
GIOVANNI URBANI, 1973

Citazione dal sito web dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD (2012):

Nella conservazione preventiva la tutela si attua attraverso azioni mirate al mantenimento dei beni nelle condizioni di maggior cura e di minor rischio, prevenendo l’insorgere della degradazione del materiale, allo scopo di mantenerne l’integrità fisica il più a lungo possibile nel tempo, e con essa la leggibilità e fruibi-lità insita nella sua natura di Bene Culturale.
 La conservazione preventiva consiste di azioni rivolte indirettamente all’opera, poiché agisce sull’ambiente conservativo e sulla qualità dei materiali (arredi, supporti, contenitori…), ottimizzando i fattori che contribuiscono a prevenire il deterioramento del bene. Naturalmente tali azioni pos-sono essere concepite solo in un ambito multidisciplinare, poiché nella formulazione di azioni sull’ambiente e di linee guida di comportamento a carattere preventivo e conservativo sono coinvolte le conoscenze della chimica e della fisica dei materiali e dell’ambiente, della biologia nonché le competenze proprie della disciplina del restauro.

CONTESTUALIZZAZIONE

Legno di carpenteria, d’arte e d’arredo e carta non sono elementi fra loro distinti ma, in una visione olistica della realtà che comprenda anche l’ambito conservativo e l’ambiente esterno, rappresentano un tutt’uno composto da più elementi, che interagiscono fra loro in un processo continuo di reciproco adattamento e mutamento. Quando un manufatto ligneo è malato (infestato da insetti xilofagi), ad essere malato è tutto l’ambiente che lo conserva, cito dal Prof. Giovanni Liotta, ordinario di entomologia dell’Università degli Studi di Palermo.
Per analogia, possiamo assumere, a simbolo di questo concetto, lo yin-yang. Le due polarità, quella chiara, che rappresenta tutte le valenze assimilabili all’attività e quella scura, che rappresenta tutte quelle assimilabili alla passività, sono, essendo racchiuse in un cerchio, inseparabili e fra loro complementari.

Come avviene nel passaggio fra la notte (yin) ed il giorno (yang) il punto di transito fra le due polarità è simboleggiato dall’avvolgimento dell’apice di ognuno attorno all’ineluttabile espansione dinamica dell’altro. Ognuno dei due elementi incorpora, nel cerchietto piccolo di colore opposto, una parte dell’altro ed il senso di movimento rotatorio continuo, indotto idealmente dalla linea sinuosa che delimita lo spazio fra i due elementi, simboleggia l’armonioso divenire del creato. Tutto il reale, l’intero universo, è racchiuso nello yin-yang; tutti i fenomeni sono generati dallo yin-yang, in un continuo processo di mutamenti e nell’alternanza continua e progressiva delle reciproche influenze, sempre indissolubili e fra loro inversamente proporzionali (i 10.000 esseri del Taoismo).

Per questo, è errato pensare ai due elementi separatamente, "lo yin e lo yang", anziché pensarli come un unico elemento composito, "lo yin-yang”; parimenti per questo, è errato parcellizzare i beni soggetti a degrado causato da agenti biologici e parcellizzare le azioni atte al loro contrasto e rimedio. La cultura occidentale, più avvezza alle parcellizzazioni cartesiane, che alla visione olistica d’insieme, porta spesso, nella pratica della conservazione preventiva dei beni, a commettere questo errore, cui indulgiamo particolarmente noi italiani.
Le illuminate linee guida lasciateci da Giovanni Urbani e tramandate nella nostra propedeutica, giustamente considerata la migliore al mondo, spesso si stemperano, parcellizzandosi nella pratica quotidiana, condizionata dalla burocrazia e da un malinteso senso delle prerogative funzionali degli operatori di conservazione, a confronto con la mancanza di visione d’insieme e di impostazione manageriale nella progettualità integrata degli interventi, da parte delle imprese di servizio.

MULTIDISCIPLINARITÀ

Manca, ed è impellente che sia maggiormente promossa, una più stretta ed efficace collaborazione, da un lato fra poli di ricerca e formazione, con il loro portato di spessore scientifico, dall’altro delle aziende, specialmente di servizio, detentrici di esperienza pratica.
Una collaborazione che dovrebbe realizzare, anche nella pratica diffusa e generalizzata e non solo nella teoria della formazione, le linee guida dettate da Giovanni Urbani per la conservazione preventiva. Non è facile, mancando spesso, da parte delle professioni, una vera visione di polarità interdisciplinare, sinergica ed integrata, l’unica capace di rispondere efficacemente, coordinandosi in progetti unitari, alle esigenze di tutela del patrimonio storico e d’arte.

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