Lunedì 31 Gennaio 2022
Durabilita' del legno e Conservazione Preventiva
Tarlo parlante

DURABILITÀ DEL LEGNO E CONSERVAZIONE PREVENTIVA

“Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

L’effetto farfalla induce alla consapevolezza sugli effetti a catena che le singole azioni producono sull’insieme.
Quando si parla, sia di Durabilità del Legno, sia di Conservazione Preventiva, occorre focalizzare l’attenzione su due scenari fra loro complementari, sintetizzati in due concetti: Processo e Contestualizzazione.

PROCESSO

Nello scenario di “durabilità del legno”, la metafora dell’effetto farfalla chiarisce il concetto che l’infestazione da xilofagi non è un accadimento statico, ma un processo dinamico che si snoda lungo la filiera del legno: taglio, stoccaggio, lavorazione, messa in opera, gestione conservativa.


In questo scenario, quindi, sono coinvolte varie professionalità, ognuna delle quali è deontologicamente tenuta a non considerarsi estranea all’intero processo, nelle fasi precedenti, o successive alla propria; è tenuta, viceversa, a conoscerne le dinamiche generali, per adeguarvi le proprie azioni, in modo che risultino armoniche con quelle delle altre fasi del processo e delle altre professionalità che le gestiscono.
Queste, tutte insieme e ognuna per la propria parte, devono agire sinergicamente per assicurare la durabilità del legno lungo l’intero processo. Al di fuori di questa presa di coscienza, viene minato alla base il concetto stesso di durabilità del legno; gli errori commessi in una qualsiasi delle fasi in cui si svolge il processo si ripercuotono a catena su tutte le fasi successive: “Battito d’ali-Uragano

CONTESTUALIZZAZIONE

Nello scenario della “contestualizzazione”, la metafora dell’effetto farfalla considera che: “Quando è malato un manufatto ligneo, cioè quando questo è infestato da xilofagi, indipendentemente dal fatto che si tratti di carpenterie, di arredi, o di opere d’arte, a essere malato è tutto l’ambiente in cui quel manufatto è allestito e conservato”.
(Giovanni Liotta, professore ordinario della Facoltà di Entomologia dell’Università di Palermo e Consulente di bio-deterioramento dei Beni Culturali).

Nel concetto di contestualizzazione, quindi, rientra ancora una volta lo scenario di processo, nel senso che ogni manufatto ligneo presente nello stesso ambiente intrattiene nel tempo un continuo rapporto di reciprocità con tutti gli altri nelle continue, reciproche re-infestazione crociate.
      
Non ha senso, quindi, nelle azioni di rimedio, appuntare l’attenzione solo sul singolo manufatto, per ragioni affettive, o di valore intrinseco; va considerata, viceversa, la cura per tutto l’ambiente circoscritto.
Al di fuori di questa presa di coscienza, viene minato alla base il concetto stesso di salvaguardia dei manufatti dal degrado causato da agenti biotici; questo è destinato inevitabilmente a riproporsi, spesso in forma più virulenta: “Battito d’ali- Uragano”.

CONTRAPPOSTO PROCESSO VIRTUOSO

Il processo di degrado del legno causato dagli insetti xilofagi è un fenomeno necessario in natura, perché serve al riciclo di quello morto; diventa perverso in ambito antropomorfico quando ad essere attaccate sono le opere frutto dell’ingegno umano. Durabilità del Legno e Conservazione Preventiva inducono, quindi, a considerare virtuoso il processo opposto a quello di degrado: prevenzione, diagnosi, cura, messa in sicurezza, monitoraggio, manutenzione ordinaria.

 
Ancora una volta, a essere coinvolte nel processo virtuoso di tutela sono varie professionalità, ognuna delle quali può gestire in modo corretto, oppure no, la propria fase; se il modo di gestione di una fase non è corretto e armonico con le altre fasi, le conseguenze negative si ripercuotono nelle fasi successive: “Battito d’ali-Uragano”.
 

CORRETTA GESTIONE DI TUTELA DEL LEGNO

Abbiamo visto che la contestualizzazione obbliga a considerare differenti tipologie di manufatti, ognuna delle quali richiede, per la tutela e la conservazione, il ricorso a differenti metodologie e tecnologie, che sono, ognuna, specifiche ed esclusive.
Abbiamo visto che, sia nelle fasi di prevenzione, sia nelle fasi di cura, sono coinvolte differenti professionalità, le quali posseggono, ognuna, specifiche e differenti competenze.
Come si possono conciliare le differenti specificità con l’esigenza di attuare sinergici processi di tutela integrata? L’unico modo è quello di coordinarle in progetti unitari, che abbraccino e rendano fra loro armoniche tutte le fasi di intervento.

Per realizzare ciò, occorre avere, o imparare a dotarsene, una visione olistica, che conduca a una concezione multidisciplinare coordinata delle diverse competenze, sia nelle richieste da parte delle committenze, sia nella messa in campo da parte delle professionalità. In tal modo, “Il battito d’ali di una farfalla può determinare, alla fine del suo percorso, un armonico successo”.