Mercoledì 08 Giugno 2016
IL TARLOPARLANTE SI TRASFORMA IN UN UOMO PENSANTE
Tarlo parlante

Cambia l’immagine, ma il nome della rubrica, Tarloparlante, rimane lo stesso, coniato con la nascita del vecchio sito Artecontrol e ciò, non solo per ragioni affettive, dopo 9 anni di vita.
Allora, “Tarloparlante” voleva essere una parodia di “Grillo parlante”, richiamandosi proprio alla natura intrinseca del personaggio di Pinocchio, come l’ha connotata Collodi: coscienza critica, sincera, lucida ed aliena agli inganni ed ai compromessi.

La rubrica Tarloparlante ha voluto, da subito,  con il punto interrogativo posto nel simbolo a fianco della testa, a sintetizzare la propensione a chiedersi il perché dei fenomeni, essere proprio questo:   la coscienza critica che potesse divenire una guida sicura di riflessione e potesse dare supporto alla piena consapevolezza nelle scelte da compiere per la salvaguardia dei propri beni, lignei o cartacei, minacciati dai tarli.
È, questo dei manufatti lignei e cartacei e degli agenti biologici che causano il loro degrado, un campo irto di insidie, celate spesso dietro una insufficiente conoscenza, non sempre e non soltanto, purtroppo, da parte di chi non sia addetto ai lavori.

Molto complessa e spesso affrontata come fosse un “accadimento accidentale”, un’infestazione da tarli è, invece, un processo che parte da lontano e che arriva, lungo la filiera del legno, oltre i confini del contingente, protraendo nel tempo ed estendendo nello spazio la sua nefasta rete di correlazioni fra beni malati e beni che, per il momento, si presentano “apparentemente” sani, nel contesto ambientale in cui sono conservati.
Una visuale suggerita di non immediata percezione, per noi occidentali, abituati spesso a vedere come cause quelli che sono soltanto gli effetti ultimi esteriori di un fenomeno ed a riconoscere con fatica le cause vere, più profonde ed articolate, perché indirette.
Come il gatto, che appunta la sua attenzione sul dito teso ad indicargli la luna, senza vedere l’astro, senza percepirne la natura.

Il cambio di immagine della rubrica Tarloparlante rappresenta una traslazione con scarto di posizione, come nella mossa del cavallo sulla scacchiera: il Tarloparlante scarta il Grillo e va ad  identificarsi direttamente con Pinocchio, che, da burattino, si trasmuta in bimbo reale. Artecontrol si trasmuta e si rinnova in arteControl Consulting ed il simbolo del Tarloparlante si trasforma, da vignetta umoristica, ad immagine di adulto maturo, serio, pensante: l’“Uomo Pensante” di Rodin.

È, questo, un personaggio cui somiglio molto, riflessivo e meditabondo, un poco saturnino. Un amico napoletano una volta definì la mia natura come ultra-uranica: mi aveva letto dentro, cogliendo la mia essenza più profonda, come fossi un bicchiere d’acqua. Pure, dalle sue assorte riflessioni e meditazioni, questo pensatore saturnino ha tratto e continua a trarre consapevolezze concrete sulla reale natura dei fenomeni e sulle dinamiche che vi sono sottese, dinamiche che interessano, o dovrebbero interessare, chi si affaccia a questo portale.

Il vecchio nome, quindi, Tarloparlante, rimane e continuerà ad aprire gli occhi, a sfatare pregiudizi, ad evidenziare errori concettuali, a svelare ciò che non si sa, o non si vorrebbe sapere, ad essere controcorrente, talvolta graffiante,  ma, al contempo, rimarrà sempre un punto di riferimento sicuro, per quanti vogliano avere piena coscienza sul vero stato delle cose, come suggerisce il vecchio, intramontabile Grillo parlante.
È vero, alla fine Pinocchio, in un moto di insofferenza, schiaccia il Grillo parlante, illudendosi, con ciò, di essersi liberato della sua presunta petulanza, ma, quando si trasmuta, finalmente capisce, se ne rammarica e si ravvede.
Non chiedo di più: è insito nella natura saturnina d’essere molto paziente.

Gianfranco Magri