In ambito museale e archivistico-librario la camera di quarantena è il luogo dove i manufatti infestati dai tarli possono essere temporaneamente isolati, per evitare che l’infestazione si propaghi agli altri manufatti; qui possono rimanere confinati, sino a che non si sia provveduto alla bonifica.
È, inoltre, il luogo in cui tenere sotto osservazione e monitoraggio, per un congruo arco di tempo, i manufatti di ritorno dai prestiti per le mostre, o i nuovi versamenti, per verificare che non siano infestati, prima di collocarli in esposizione, o nei depositi, a contatto con gli altri manufatti.
Nella camera di quarantena si possono ri-acclimatare manufatti attaccati da muffe, perché provenienti da depositi e scantinati molto umidi, mantenendoli entro un tasso di umidità che non superi il 65%, per rendere le spore inerti e poterle asportare, senza che vengano disperse negli altri ambienti. Nella stessa camera i manufatti possono essere sottoposti, in ambiente confinato per saturazione, a disinfezione contro batteri e muffe e a disinfestazione contro gli insetti striscianti che attaccano la carta, come il lepisma pesciolino d’argento.
Infine, nella camera di quarantena si possono effettuare le disinfestazioni radicali anossiche in atmosfera controllata e modificata delle opere.